Utilizziamo i cookie per rendere il nostro sito più facile, intuitivo e veloce. I dati raccolti grazie ai cookie servono per rendere l'esperienza di navigazione più piacevole e più efficiente.

  • Home
  • Parliamo di....
  • Nuove richieste normative in materia di identificazioni microbiologiche negli ambienti classificati

Novità dalle Aziende

  • B2A XZONE: Contamination Reduction Device

    Nel nuovo Annex 1 si richiede che i contenitori non sigillati siano mantenuti in condizioni di grado A e separati
  • AGLTS 2: beyond glove testing

    Tema Sinergie (www.temasinergie.com)  presenta AGLTS 2, il nuovo dispositivo automatico di verifica della tenuta dei guanti sviluppato per il settore
  • La risposta tecnica alla Contamination Control Strategy

    Tecninox (www.tecninox.com) conferma la propria esperienza, capacità e competenza nella progettazione, produzione e convalida di equipment per il controllo della
  • Sistema unico di processo per manipolazione di API altamente attivi

    FPS (https://www.fps-pharma.com), azienda italiana specializzata nella produzione d’impianti di micronizzazione e sistemi di contenimento e isolamento per la produzione di
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4

ASCCA News sfogliabile

Nuove richieste normative in materia di identificazioni microbiologiche negli ambienti classificati In evidenza

Vota questo articolo
(0 Voti)

Con l'entrata in vigore del nuovo Annex1, tutte le aziende che operano nel settore farmaceutico, si vedono costrette ad adeguare le loro procedure a quanto richiesto dalla normativa. Tra queste rientrano quelle relative alle identificazioni microbiche, esplicitamente richieste sia per le contaminazioni provenienti dal monitoraggio ambientale che durante l'Aseptic Process Simulation (APS). Ne abbiamo parlato con Monica Terraneo, responsabile del laboratorio microbiologico di Zambon Group di Vicenza

Parlando di monitoraggio ambientale, quali sono le principali novità riportate nel nuovo Annex 1?

In generale le novità sono importanti e sostanziali. Io mi soffermerei su quanto riporta il paragrafo 9.31:
• I microrganismi rilevati nelle aree di grado A e di grado B dovrebbero essere identificati a livello di specie e il potenziale impatto di tali microrganismi sulla qualità del prodotto (per ciascun lotto coinvolto) dovrebbe essere valutato
• Si dovrebbe anche considerare l’identificazione di microrganismi rilevati in aree di grado C e D (ad esempio dove vengono superati limiti di allerta e azione) o in seguito all’isolamento di organismi che possono indicare una perdita di controllo del livello di pulizia degli ambienti, come ad esempio microorganismi sporigeni o muffe.
Nelle versioni precedenti dell’Annex 1 si parlava di monitoraggio degli ambienti critici, ma non di identificazioni di microorganismi in maniera esplicita. Inoltre la norma di riferimento è sempre stata la sola USP <1116>.

Perché è importante considerare anche i gradi C e D per l’identificazione dei microrganismi?

Il nuovo Annex 1 ridefinisce i limiti di accettazione dei contaminanti microbici (vedi Tabella 1).

Grade Air Sample 
CFU/m3
Settle plates (diameter 90 mm)
CFU/4 hours(a)
Contact plates (diameter 55 mm)
CFU/plate
A   No growth  
B 10 5 5
C 100 50 25
D 200 100 50

Tabella 1 - Maximum permitted microbial contamination level during qualification

Negli ambienti asettici il numero dei contaminanti accettati è pari a zero (classe A) o molto basso (classe B); in queste aree è necessario identificare ogni contaminante, per avere sotto controllo la flora batterica endogena con le sue variazioni periodiche.
Non bisogna dimenticare però che la contaminazione arriva dagli ambienti esterni e dall’uomo principalmente. Avere il controllo degli ambienti meno critici, significa poter mettere in atto azioni di prevenzione/ correzione o cleaning efficaci a protezione delle aree più critiche.
La conoscenza della popolazione microbica nelle aree meno classificate ci dà quindi la possibilità di sapere con quali mezzi, quindi disinfettanti e sanitizzanti mirati, combatterla o quanto meno ridurla, così che la probabilità che la contaminazione di grado C e D passi ai gradi A e B sia sempre più ridotta. 

Nel nuovo Annex si parla anche di Aseptic Process Simulation. Quali sono i cambiamenti?

Partiamo con il sottolineare che in questo nuovo Annex 1 è stato dedicato ampio spazio al processo di Aseptic Process Simulation (APS) e alle modalità con cui eseguirlo, mentre nella versione del 2010 era riportato solo qualche accenno a questo importante passaggio delle produzioni farmaceutiche. Giusto per rendere maggiormente l’idea: si è passati da poche righe del 2010 a ben quattro pagine della nuova versione. Relativamente alle contaminazioni ritrovate durante l’APS, mentre prima era richiesta una generica investigazione, oggi è necessario isolare e identificare tutte le contaminazioni fino alla specie:
• V. 2010, punto 70: Durante i test di simulazione del processo, occasionali eventi di contaminazione microbica possono indicare bassi livelli di contaminazione e devono essere investigati.

• V. 2022, punto 9,43: Tutti i microrganismi isolati dalle unità contaminate devono essere identificati fino al livello di specie, dove possibile, per agevolare la determinazione della possibile fonte di contaminazione.

Ne deriva che anche i microorganismi isolati durante il processo di APS, oltre a quelli provenienti dal monitoraggio ambientale, dovranno essere utilizzati per eseguire i test di controllo qualità sui terreni di coltura, prima del loro utilizzo, come riportato al punto 10,9.

Torniamo alla richiesta di identificazione fino al livello di specie di eventuali batteri ritrovati negli ambienti classificati, come si può gestire questa attività?

Mentre per i gradi A e B l’identificazione deve essere fatta su tutte le colonie ritrovate, comprendendo anche quindi muffe e lieviti, derivanti non solo dal monitoraggio ambientale ma anche dal controllo delle vestizioni, nei gradi C e D può essere applicato un sistema di identificazione a rotazione mediante uno schema in cui si definisce una frequenza di identificazione per tutte le aree. In questo modo sarà anche possibile avere una mappatura della flora batterica dei diversi reparti, fondamentale per tenere sotto controllo lo “stato di salute”.
L’identificazione dei microorganismi è richiesta fino al livello di specie e questo implica la necessità di avvalersi di un sistema di identificazione convalidato, in grado di soddisfare questa richiesta normativa, o di appoggiarsi ad un laboratorio esterno qualificato.

Da un punto di vista meramente pratico, cosa comportano questi cambiamenti?

L’implementazione dell’identificazione microbica è importante per avere una migliore gestione della flora microbica autoctona, basandosi su una valutazione del trend, con attenzione alla frequenza del superamento dei limiti di allerta, al cambiamento e alla predominanza dei microrganismi che la costituiscono.
Tutto questo ci consentirà di avere una visione a tutto tondo della situazione dei nostri ambienti classificati con una conseguente migliore gestione degli stessi in conformità con un piano di Contamination Control Strategy efficace.

L’identificazione fenotipica

Terraneo 23L’identificazione di un microorganismo può essere fatta con diverse metodologie e quella più diffusa nel mondo farmaceutico è quella fenotipica. Un sistema fenotipico analizza il comportamento di cellule microbiche a contatto con i diversi substrati, per caratterizzarle a seconda del loro comportamento. Poiché il fenotipo di un organismo è l’insieme delle sue caratteristiche morfologiche e funzionali, prodotte dall’espressione genica in relazione all’ambiente esterno, questa tecnologia sfrutta questa peculiarità per “fotografare” l’immagine fenotipica del microorganismo, detta anche impronta metabolica. La tecnica è piuttosto semplice: una coltura pura di un determinato microorganismo, che sia batterio, lievito o fungo filamentoso, viene sospesa in un fluido di inoculo fino ad ottenere una specifica torbidità, per poi essere dispensata in speciali gallerie, card o piastre a 96 pozzetti. All’interno delle gallerie sono inseriti diversi reagenti organici, che possono attivare reazioni più o meno intense nel microorganismo e forniscono, dopo un periodo di incubazione, un’impronta fenotipica che è tipica del contaminante. L’immagine risultante da queste reazioni viene analizzata visivamente da un operatore, o attraverso una lettura strumentale, e massa a confronto con un database creato grazie alla caratterizzazione fenotipica di collezioni di riferimento internazionali. Questa metodologia può identificare la cellula microbica fino a livello di specie.

Commenta l'articolo o richiedi informazioni mandando un'email
Pubblicato in Ascca News 2/2023

Ultima modifica il Lunedì, 26 Giugno 2023 09:06
Devi effettuare il login per inviare commenti

Le interviste di ASCCA news

  • 1
  • 2